Il bismetiltiometano fa male soprattutto all’economia del tartufo e inganna il consumatore

Ti sei mai chiesto come faccia quell’olio al tartufo ad avere un sapore così intenso e a costare così poco? Il mondo del tartufo nasconde sotto la superficie alcune controversie legate a una sostanza in particolare: il bismetiltiometano.

Cos’è il bismetiltiometano

Se hai già fatto qualche ricerca o sei un appassionato di tartufi saprai già di cosa stiamo parlando; il bismetiltiometano è un componente chimico utilizzato come aroma per insaporire i prodotti tartufati. Non si tratterebbe di una pratica illecita ma, in alcuni casi, di un vero e proprio raggiro. Sebbene questo bismetiltiometano sia, nello specifico, un composto organico solforato che è già presente naturalmente anche all’interno dei tartufi stessi, per un utilizzo commerciale viene estratto e lavorato a partire dal petrolio.

Lo sapevi che la parte odorosa che più spicca del tartufo bianco d’Alba la si deve proprio al bismetiltiometano? Ecco, da qui parte il dramma. Nel senso che questo odore (che di fatto è solo uno dei tanti che compongono lo splendido bouquet del tartufo) è stato associato, negli anni, a un sinonimo di qualità; più è presente, maggiore è la qualità del tartufo. Niente di più sbagliato.

L’industria del tartufo, sia per risparmiare, sia per aggiungere valore presunto ai propri prodotti tartufati, ha cominciato moltissimi anni fa a inserire percentuali sempre più alte di bismetiltiometano a sfavore della reale presenza di tartufo (che, molto spesso, non supera il 3% dei tartufi meno pregiati).

Il bismetiltiometano fa male?

No, il bismetiltiometano non fa male. Allora dove vogliamo arrivare? Sebbene questo bismetiltiometano non faccia male – dicono gli esperti – puoi intuire facilmente come il suo smodato utilizzo possa influire negativamente su un giro economico importante come quello del nostro prezioso tartufo nazionale. Realizzare e distribuire prodotti al tartufo con pochissimo tartufo è controproducente per tutti tranne per chi li produce, ed è una pratica ingannevole a cui si può mettere un freno solo con una crescente consapevolezza.

Inoltre, è bene ricordare che un tartufo prezioso come il bianco pregiato – il nostro amatissimo e costosissimo tuber magnatum pico – sprigiona una meravigliosa complessità di odori che è impossibile, allo stato attuale delle cose, da riprodurre artificialmente. Quindi, non solo questa pratica è al limite della truffa, ma rovina in qualche modo la cultura del mangiare bene di cui tanto si fregia la nostra cucina tradizionale.

Quindi no, il bismetiltiometano non fa male alla salute, ma fa male soprattutto all’economia del tartufo e alla nostra buona cucina.

Come distinguere i veri prodotti al tartufo

A meno che tu non abbia un naso particolarmente allenato, è difficile stabilire con esattezza un metodo che indichi la presenza del bismetiltiometano all’interno di una salsa o di un olio al tartufo (sebbene sia presente nella maggior parte di questi). Ma, solitamente, la presenza della dicitura aromi dietro la confezione è un buon indicatore.

Attenzione, però, questa dicitura non garantisce la presenza del bismetiltiometano, né indica con assoluta certezza un prodotto di scarsa qualità. Non sarebbe male sentire l’opinione di chi lavora questo tipo di prodotti, per non rischiare di demonizzare un intero settore; ma l’assolta segretezza in cui si muove questa economia non dà spazio a ulteriori sviluppi.

Però, da adesso in poi, sarai in grado di acquistare un prodotto al tartufo con molta più consapevolezza. E, se qualcuno dovesse spacciarti una salsa al tartufo come naturale al 100%, avrai la possibilità di smascherare un’offerta fasulla.