È possibile distinguere il tartufo bianco d’Alba dagli altri tartufi bianchi?

Sebbene il tartufo bianco d’Alba e il tartufo di Acqualagna facciano parte entrambi della stessa specie di tartufo (Tuber Magnatum Pico), secondo alcuni esperti è possibile distinguere il tartufo bianco d’Alba perché leggermente più liscio e regolare rispetto al bianco di Acqualagna, che è molto più bitorzoluto. Questa affermazione, però, non ha alcun fondamento scientifico: i due tartufi sono identici e le differenze nell’aspetto dipendono in larga parte dalla conformazione del terreno in cui sono rinvenuti, che può cambiare di molto anche nel giro di poche centinaia di metri.

Distinguere il tartufo bianco d’Alba

Facciamo una precisazione, il significato di questa domanda è molteplice e altrettante sono le risposte:

  1. Si può distinguere e riconoscere il tartufo bianco d’Alba? Sì, si può distinguere con relativa semplicità il tartufo bianco d’Alba rispetto alle altre specie di tartufo.
  2. Si può distinguere il tartufo bianco d’Alba dagli altri tartufi bianchi? Sì, rispetto al tartufo bianchetto, detto anche marzuolo; si può riconoscere perché ha un odore più gradevole e delicato, ha solitamente dimensioni più sostenute e non tende a scurirsi tanto quanto il bianchetto verso la piena maturazione. Inoltre, il tartufo bianco d’Alba si raccoglie in un periodo diverso.
  3. Si può distinguere il tartufo bianco d’Alba dal tartufo di Acqualagna? Nel senso che, nonostante siano entrambi tartufi bianchi pregiati, alcuni tartufai, o chef con una vasta esperienza di tartufi raccolti in entrambi i luoghi, sostengono che ci siano delle differenze a livello estetico che si possono notare durante l’acquisto. Come per esempio sostiene lo chef Gabriele Giacomucci del ristorante “La Gioconda” di Cagli in questo video:

Queste informazioni, però, fino al momento in cui si avrà una conferma o una smentita scientifica, sono da prendere con cautela, perché queste differenze esteriori si devono a una diversa conformazione (e composizione) del terreno di sviluppo, che può cambiare nel giro di poche centinaia di metri. In ogni caso, i due tartufi sono entrambi Tuber Magnatum Pico e, quindi, presentano lo stesso identico corredo genetico, a prescindere dal fatto che possano in qualche modo essere distinti.

Caratteristiche del bianco d’Alba

Il tartufo bianco d’Alba si distingue naturalmente da tutti gli altri tartufi commestibili grazie soprattutto al suo aroma inconfondibile: delicatamente agliaceo, ha un retrogusto leggermente piccante che si apre a sentori di formaggio stagionato e miele. Si possono trovare inoltre profumi e sapori fungini, di terra bagnata e fieno.

Il peridio, la scorza esterna, è globoso, con evidenti irregolarità. La superficie è leggermente vellutata e il colore varia dal crema all’ocra e si mantiene costante anche a piena maturazione. La gleba è bianca e giallo-grigiastra marmorizzata con numerose venature chiare molto sottili. Il tartufo bianco d’Alba giustifica i suoi prezzi sostenuti grazie al suo sapore unico, in grado di impreziosire qualsiasi pietanza con pochissimi grammi. E poi è molto raro e l’abbondanza della raccolta è molto sensibile ai capricci del clima.

La storia del tartufo bianco d’Alba

Il tartufo era già conosciuto e utilizzato da popoli antichi, apprezzato addirittura sulle tavole degli antichi egizi oltre 3.000 anni fa, utilizzato per insaporire diverse pietanze. Nella storia è stato considerato il cibo degli dei, del diavolo o delle streghe; la sua rarità e i misteri della sua origine hanno alimentato diversi miti e alimentato a dismisura la sua fama. Ma il tartufo bianco pregiato che conosciamo noi è stato descritto e definito ufficialmente per la prima volta nel 1.788 dallo studioso torinese Vittorio Pico, e non è un caso che fu proprio in queste zone che la sua celebrità assunse dimensioni notevoli, specialmente tra le classi più abbienti.

Il nome bianco d’Alba, invece, lo si deve a Giacomo Morra, un famoso ristoratore albese, che nel 1.929 ebbe l’idea vincente di rinominarlo proprio bianco d’Alba, inviandone un esemplare a moltissimi personaggi illustri e alimentando la sua fama internazionale. Da quel momento, il tartufo bianco d’Alba ha cominciato a riscuotere un successo crescente che lo ha portato ad essere un richiamo turistico a livello mondiale. Il tartufo bianco, però, sebbene cresca in abbondanza nelle zone di Alba, delle Langhe e del Monferrato, si sviluppa anche in molte altre regioni, ed è proprio nella città di Acqualagna, nelle Marche, che ha trovato una zona favorevole alla sua crescita spontanea, riuscendo a conquistare anche il nome di tartufo bianco di Acqualagna.

La fiera interazionale del tartufo bianco d’Alba

Ogni anno nella città di Alba, i cui territori sono famosi proprio per la vasta presenza di questo tartufo introvabile, si tiene la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, probabilmente la più importante manifestazione al mondo dedicata al tartufo. La fiera consiste in una serie di padiglioni, eventi e mostre-mercato di tutto quello che riguarda il tartufo ma, specialmente, su tutto quello che riguarda il famoso bianco d’Alba.

La fiera dura diverse settimane tra ottobre e novembre ed è molto apprezzata anche dai turisti, che vengono in migliaia a vedere e a toccare con mano uno dei frutti più preziosi della nostra terra. All’interno della fiera, infatti, è possibile sia acquistare tartufo fresco, ma anche partecipare a workshop, corsi e degustazioni.