Tartufo nero: dove si trova, le regioni più prolifiche e le piante simbionte

Dove si trova il tartufo nero pregiato? Quali sono le regioni più vocate?
Questa tabella riassume tutte le informazioni principali sui luoghi del tartufo nero, le caratteristiche del terreno, del clima e quali sono le regioni italiane dove se ne raccoglie di più.

Terreno
  • Terreno calcareo o calcareo-argilloso
  • Presenza di scheletro (rocce nel terreno)
  • Struttura granulare e grumosa
  • Permeabile e senza ristagno idrico
Clima
  • Non troppo caldo in estate
  • Non troppo freddo in inverno
  • Periodi di aridità stagionale interrotti da piogge primaverili ed estive
Regioni principali
  • Umbria
  • Marche
  • Piemonte
Piante simbionte
  • In nocciolo
  • Il tiglio
  • Il cisto
  • Il carpino nero
  • La roverella
  • Il leccio

Il tartufo nero pregiato è meno costoso e ricercato rispetto al bianco pregiato, ma è comunque una prelibatezza molto usata in cucina e amata in tutto il mondo. L’Italia è una delle zone a vocazione tartuficola più importanti in assoluto (se non la più importante) ed è necessario conoscere quali siano le zone e i terreni idonei allo sviluppo del nero pregiato per chi è intenzionato ad avventurarsi alla ricerca di questo prezioso fungo ipogeo.

Dove si trova il tartufo nero

Per capire quale sia il terreno migliore per trovare il tartufo nero pregiato (o per una sua possibile coltivazione) bisogna tenere in considerazione numerose variabili, tra cui:

Grazie al lavoro del Prof. Marcello Raglione, possiamo trarre alcune conclusioni importanti su quale sia il terreno più adatto alla formazione del tartufo nero pregiato, ovvero del Tuber Melanosporum. Senza addentrarsi in difficili tecnicismi geologici, e nella speranza di aver riassunto correttamente queste informazioni, possiamo affermare che, essendo il suolo un’espressione diretta della roccia madre, conoscere la quantità e il tipo di rocce rilevabili permette di capire con maggiore precisione se il territorio in esame sia idoneo o meno alla formazione spontanea di un certo tipo di tartufo.

Il Tartufo nero pregiato, nello specifico, si sviluppa in presenza di rocce dure (calcaree, marne calcaree, conglomerati, ciottolati, ecc.), con un tipo di struttura granulare e grumosa. In pratica si può cercare il Melanosporum in un terreno molto soffice, in grado di sbriciolarsi alla minima pressione delle dita, e altamente drenante, cioè che non crea un ristagno idrico. Le rocce presenti nel suolo idoneo al nero pregiato sono sempre di tipo sedimentario e il suolo migliore è ricco di carbonati; anche se questi due fattori sono comuni per tutte le specie di tartufo.

Le regioni del tartufo nero pregiato

Il tartufo nero pregiato si sviluppa spontaneamente soprattutto tra Francia, Italia e Svizzera. In Italia, le zone più vocate per la formazione del Melanosporum sono sicuramente le zone umbre di Norcia, particolarmente apprezzate per le caratteristiche uniche dei suoi terreni, quelle di Spoleto, alcune zone del Piemonte e delle Marche. Ma non solo, ecco un elenco più specifico di quali sono le regioni d’Italia dov’è possibile trovare spontaneamente (o coltivare) il tartufo nero pregiato:

Il tartufo nero pregiato tocca anche altre regioni italiane e recentemente, a causa del crescente interesse verso il fungo ipogeo, sono sempre di più le scoperte riguardo nuove zone a vocazione tartuficola. Inoltre, il tartufo nero pregiato può essere rinvenuto anche in alcune zone della Francia, in Spagna e persino nei boschi dell’Oregon, negli Stati Uniti.

Tartufo nero pregiato: piante simbionti

Il tartufo nero pregiato, come tutti gli altri esemplari di tartufo, ha bisogno di legarsi alle radici di una pianta per potersi svilupparsi durante l’anno in un rapporto di simbiosi. Le piante simbionte del tartufo nero sono molteplici, ma ce ne sono alcune più vocate di altre e saperle riconoscere è fondamentale per chi vuole andare alla ricerca di questo prezioso fungo ipogeo:

Inoltre, un prezioso consiglio potrebbe essere quello di imparare a riconoscere i pianelli causati dal tartufo nero. Perché, a causa di una particolare reazione del terreno, dovuta alla diffusione del micelio di sostanze fitotossiche, in alcuni casi la vegetazione superficiale che circonda la pianta simbionte risulta assente o povera rispetto al resto del suolo. Ne deriva una zona “bruciata” chiamata anche pianello che, se individuata, riesce a indicare con precisione la presenza nascosta di un tartufo.