La regione Piemonte diventa zona rossa e, a seguito del nuovo DPCM, entrano in vigore alcune restrizioni severe per evitare il diffondersi dei contagi. Con l’avvio di queste nuove restrizioni molti tartufai hanno espresso i loro dubbi su quali fossero le conseguenze di questi provvedimenti sulle attività di ricerca del tuber e, durante la giornata di sabato 7 novembre, la Regione Piemonte si è espressa chiaramente in merito con una lettera firmata dal presidente Cirio e dal vicepresidente Carosso.

Lettera regione Piemonte ricerca tartufi

Sì alla raccolta del tartufo, ma solo se in possesso del tesserino

In questa lettera, la Regione Piemonte specifica che, in quanto assimilabili ad attività lavorativa, tutte le attività di ricerca e raccolta dei tartufi sono consentite purché il tartufaio sia in possesso dell’idoneo tesserino in corso di validità e che svolga le sue attività di ricerca negli orari consentiti dal DPCM.

Testo della lettera:

“Ad integrazione dei chiarimenti inerenti le attività consentite ed a precisazione dei divieti imposti dal Decreto in oggetto, sentita al proposito la Prefettura di Torino, si puntualizza che l’attività di ricerca del tartufo sul territorio regionale è considerata assimilabile ad attività lavorativa ed è da intendersi consentita nell’orario interessato dai divieti purché il soggetto che pratica l’attività sia titolare di una valida licenza, abbia sempre con sé il relativo tesserino abilitante.

Resta inteso che l’interessato deve avere compilato il modello di autodichiarazione – modulo per gli spostamenti, già disponibile sul sito della Regione Piemonte e del Ministero dell’Interno.”

Inoltre, l’assessore regionale Marco Gabusi, responsabile – come si legge sul sito della Regione – di trasporti, infrastrutture, opere pubbliche, difesa del suolo, protezione civile, personale e organizzazione, ha condiviso sulla propria pagina Facebook alcune specificazioni e risposto ad alcune domande nella sezione commenti, tra cui la possibilità di spostarsi anche in altri comuni per la ricerca del tartufo (sempre all’interno della regione) e la possibilità di raccolta del tartufo anche per chi non è in possesso di Partita IVA, purché sia in possesso del tesserino abilitante.

Fonti: ATnews, pagina Facebook di Marco Gabusi

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